Il percorso dell’olio: tra storia ed enogastronomia
- L'itinerario
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- Tappa 1
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- Tappa 2
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- Tappa 4
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- Tappa 5
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- Ricette



Il percorso che si effettuerà sarà incentrato sull’olio. Questo prodotto ha origini molto antiche grazie alla sua storia che risale a più di 7.000 anni fa. Le piante di olivo iniziarono a crescere nella zona del Mediterraneo ma a far conoscere man mano i primi frantoi furono i greci, che diffusero la pianta e quindi andarono ad incrementare la produzione e la vendita dei primi oli con tecniche tradizionali preservate ancora oggi. Successivamente l’olio arriva in Italia promuovendo un prodotto di qualità superiore grazie all’autenticità del territorio dovuto a tali caratteristiche. L’olio ha iniziato a prendere sempre più importanza e si è consolidato in cucina, utilizzato come condimento per la famosa dieta mediterranea per i medicamenti e inoltre è diventato il componente principale di cosmetici, quali creme. Dopo la città di Pescara, Teramo rappresenta il 16% di produzione di olio extravergine di oliva ed è per questo che abbiamo deciso di concentrarci maggiormente su questo territorio per andare a descrivere l’itinerario. Ci focalizzeremo in Abruzzo, che è molto conosciuta e apprezzata per i suoi ottimi prodotti agroalimentari e, inoltre ha una posizione sia di mare che di montagna. In particolare andremo alla scoperta del teramano, come città principale, per proseguire il percorso con le zone limitrofe di Bellante, Morro D’Oro, Torricella Sicura e Isola del Gran Sasso.
È importante quindi esplorare questo itinerario da Teramo a Isola del Gran Sasso, perché si ha un modo distintivo di vedere l'olio, cioè non si ferma solo alla degustazione ma è possibile vedere tutto il processo che c'è dietro come le varie piante, la raccolta, macchinari utilizzati; quindi tutto l'intero ciclo produttivo.
Il periodo che abbiamo scelto per effettuarlo, è ottobre poiché è tempo di maturazione delle olive, prossime alla raccolta.
Come tappa iniziale c'è quindi Teramo, località collinare che vanta di una storia molto antica risalente prima del dominio romano. In questa fantastica città andremo a visitare le varie tipologie di piante presenti, scoprendo e soprattutto degustando diverse qualità, che sono influenzate da differenti tecniche di produzione e dalla biodiversità del territorio. Tutto sta nel sapere quale sia il momento giusto della raccolta delle olive, più sarà rapida più il rischio di ossidazione dell'olio sarà minore.
La città di Teramo, situata nel cuore della Val Tordino, si trova nella zona collinare che sorge sotto le pendici del Gran Sasso e si espande fino alla costa: più precisamente nella zona del fiume Tordino con il torrente Vezzola, in una vera e propria conca. Il monumento più noto di Teramo è la Cattedrale di Maria Assunta, fatta edificare a partire dal 1158. È caratterizzata da una parte inferiore realizzata in stile romanico ed una superiore che assume i caratteri dello stile gotico, oltre ad essere nota per la cripta di San Berardo, portata alla luce da lavori di scavo dopo circa 300 anni ed oggi visitabile dal pubblico. Ulteriore elemento assolutamente distintivo è la sua torre alta circa 50 metri. Ci sono altre architetture da visitare è sono sicuramente il Santuario di Madonna delle Grazie, edificato nel 1153 e poi ampliato nel 1448 per accogliere i frati di San Giacomo della Marca, il Palazzo-Casa dei Melatino, Casa Urbani, una delle poche testimonianze di edilizia privata risalente all'XI secolo. L'intera città è caratterizzata da una vera e propria infinità di monumenti religiosi, edifici storici e ancora ponti antichi, statue cittadine, fontane o torri che testimoniano sia il passato romano che quello vescovale del comune. Si consiglia una visita presso uno dei numerosi siti archeologici presenti, ad esempio i resti del Teatro e dell'Anfiteatro Romano che sono visitabili
proprio nel cuore del centro, mentre il quartiere Cona ospita il Parco archeologico di Ponte Messato, dove è possibile osservare edifici addirittura di origine pre-romana.
Nella zona di Teramo è possibile degustare il pane di patate con olio Pretuziano delle Colline Teramane.
- 150 g di farina 0
- 150 g di semola di grano duro
- 200 g di patate farinose
- 150 g di lievito madre rinfrescato
- 250 g di acqua a temperatura ambiente
- 1 cucchiaino di miele
- 12 g di sale
-Lessiamo le patate con la buccia, le spelliamo, le schiacciamo e le lasciamo intiepidire.
-Sciogliamo il lievito in 200 g di acqua con il miele; disponiamo le farine a fontana e al centro raccogliamo il lievito e la polpa di patate.
-Impastiamo fino a rendere il tutto omogeneo e aggiungiamo 50 g di acqua (o anche poca in più se necessario) rimanenti.
-Ricordiamoci di versare sempre l’acqua in più riprese perché il grado di umidità dell’impasto dipenderà molto dalla consistenza delle patate.
-Mettiamo il panetto a lievitare fino al raddoppio in una ciotola infarinata: occorreranno circa 3/4 ore.
-A questo punto riprendiamo l’impasto, lo lavoriamo delicatamente ripiegando i lembi verso il centro e lo mettiamo a lievitare in una ciotola nella quale avremo disposto un canovaccio ben infarinato.
-Copriamo l’impasto con della pellicola e lasciamo per circa 2 ore.
-Scaldiamo il forno a 220° con all’interno la teglia che utilizzeremo per la cottura; raggiunta la temperatura rovesciamo delicatamente la pagnottina sulla teglia calda, incidiamo con una lametta e inforniamo.
-Dopo i primi 10 minuti abbassiamo la temperatura a 200° e dopo altri 20 minuti a 180°. Portiamo a cottura il pane e negli ultimi 10 minuti lasciamo lo sportello del forno semi-aperto con temperatura a 150° per far uscire l’umidità in eccesso e ottenere una crosta croccante.
-Facciamo raffreddare il pane nel forno spento, posto verticalmente per favorire la fuoriuscita di umidità.
Proseguiremo per Bellante, borgo medievale, che essendo poco distante dal centro, si impegna a contraddistinguersi producendo oli extravergini
di oliva migliori di Italia, quindi con l'obiettivo di esportarli anche all'estero dopo che i prodotti sono stati consolidati nel paese. Il segreto delle aziende sono quello di lavorare con passione e produrre prodotti di varia gamma.
A Bellante, molto importante, è il centro storico che conserva tutto il fascino del borgo medievale. Qui si pùò ammirare una torre arricchita da una porta del XII secolo. Successivamente si può visitare la chiesa parrocchiale dedicata a S. Maria di antica fondazione ma ristrutturata nel 1533 con un bel campanile. All'interno possiamo ammirare alcuni affreschi di scuola veronese.
Per la zona di Bellante, abbiamo un piatto semplice che condito con un olio delicato può variarne molto il gusto, spaghetti aglio e olio extravergine di oliva.
Per la terza tappa c'è Morro D'Oro, ed è così che ci stiamo spostando man mano dalla zona collinare a quella montuosa respirando un'aria diversa notando anche degli uliveti molto vari. Poiché la zona offre molto spazio, le imprese posseggono ettari di terreni dove impiantano varie piante, così da apportare differenti prodotti come l'olio biologico, il tortiglione ecc... In questo territorio l'olio non è visto come solo un processo produttivo da eseguire ma bensì un' occasione di incontro di opinioni con le persone imparando così come migliorare, innovarsi per essere sempre aggiornato nel settore così da competere con la concorrenza.
Morro d'Oro è un piccolo centro della provincia di Teramo, da cui dista 28 km, delle vallate del Tordino e del Vomano. Molti sono i monumenti e luoghi di interesse, ad esempio l' abbazia di Santa Maria di Propezzano: la sua esistenza è accertata tra gli anni 930- 960. Si ha uno stile romanico-gotico, con la tipica disposizione dei conventi benedettini, perfettamente conservato nella struttura originaria, in quanto anche i pochi restauri sono stati eseguiti con perfetta aderenza all'origine.
La chiesa del SS. Salvatore e San Nicola, sita nel capoluogo: dopo recenti lavori di recupero e restauro sono venute alla luce le tracce della prima chiesa romanica all'interno della attuale ricostruzione che risale al 1331, opera di Gentile da Ripatransone. Nella parte sotterranea, attraverso un percorso archeologico, sono visibili e visitabili le tombe e le fosse per i cereali scoperte durante i lavori di consolidamento delle fondazioni delle pile centrali. L'impianto dell'edificio è molto simile a quello di Propezzano (salvo una piccola differenza della larghezza delle navate lateriali) e sono identici anche tutti i particolari delle colonne e capitelli. -Convento di Sant'Antonio Abate, circa 2 km ad ovest del capoluogo, chiesa romanica oggi non più esistente. È rimasto solo il muro maestro verso il convento recuperato da un privato. Notizie certe della sua esistenza risalgono al 1260 e la leggenda vuole che sia stata visitata da san Francesco d'Assisi, che fu in Abruzzo almeno tre volte, nel 1215, nel 1220 (o 1222) e nel 1225.
A Morro D'Oro abbiamo abbinato il pane ai 5 cereali, un pane dolce che abbinandolo ad un olio dall’odore fruttato ne risalta le caratteristiche.
- 450 g di farina ai 5 cereali
- 300 g di acqua a temperatura ambiente
- 1 cubetto di lievito di birra
- 1 cucchiaino di zucchero
- 1 cucchiaino di sale
-Mettere nel boccale tutti gli ingredienti in questo ordine: acqua, zucchero, lievito azionate il bimby a velocità 4 per 5 secondi;
-Aggiungete ora farina e sale e impastate per 3 min velocità spiga;
-Togliete l’impasto dal boccale, e lasciatelo lievitare per circa 1 ora, coperto ed in luogo riparato, fino al raddoppio del volume. Una volta raddoppiato formate su una spianatoia due ciabatte, e eseguite dei tagli in superficie;
-Sistemate le due ciabatte sulla placca del forno rivestita di carta e lasciate lievitare ancora per 30 minuti;
-Dopo il tempo trascorso cuocete in forno caldo statico a 180° per circa 30 minuti fino a doratura.
Proseguiamo successivamente a Torricella Sicura, così da avvicinarci sempre di più alla montagna. La città è al centro del teatro naturale dell'appenino Teramano con al vertice il Gran Sasso, essa si distingue rispetto alle altre tappe fino ad ora descritte perché sono presenti alcune aziende olivicole secolari esistenti da molti anni nel mercato. Ci sono poi quelle aziende che invece sono nate da poco, che però hanno lo stesso obiettivo comune cioè preservare l' interesse e passione per l'olio, secondo tecniche un po' diverse; poiché le prime sono più antiche, tradizionali anche se all'insegna dell'innovazione e, invece le altre imprese, non ancora conosciute bene sul mercato sono più moderne.
Il nome di Torricella Sicura deriverebbe dalla presenza di un antico castello, di cui, peraltro, oggi non rimangono molte tracce. Il termine "Sicura" sembra possa derivare da "Sicula", riferendosi alla presenza in zona dei Siculi intorno al I millennio a.C. Il castello menzionato sorgeva probabilmente su una collinetta posta a nord dell'attuale abitato che gli abitanti ancora chiamano "lu castille" o Colle Ciliegio. Appena fuori il paese sono stati rinvenuti resti di un tempio, alcune tombe romane e un altare misterioso con la dedica al "dio ignoto". Quindi, in questo territorio sono presenti diverse architetture religiose, come la chiesa principale di San Paolo apostolo, sita nella piazza principale del paese. A navata unica, possiede una facciata racchiusa da due ali concave rispetto al filo della parete frontale, secondo una classica tipologia del barocco europeo, rara in Abruzzo ma presente in alcune chiese teramane (il Carmine a Teramo, San Francesco ad Atri, S. Lucia di Cermignano e
Santa Maria degli Angeli a Bisenti). Altra chiesa è la Madonna delle Vergini (eretta nel 1635), dagli abitanti chiamata chiesa della Cona (da icona, ossia intitolata alla Madonna). In stile neoclassico, essa presenta un’unica navata con due piccole cappelle laterali ricavate dalla roccia di tufo. Al lato, è presente un campaniletto in laterizio con apertura a tutto sesto e parte terminale a forma esagonale. Per le manifestazioni ed eventi, il primo sabato e la prima domenica di settembre si tiene la sagra del minestrone alla torricellese. In occasione della Solennità del Corpus Domini, si svolge la tradizionale Infiorata, grandi quadri lungo le strade che rappresentano icone religiose con trucioli colorati.
Con il territorio di Torricella Sicura possiamo consigliarvi i panini all’olio fatti in casa.
- 500 g farina
- 50 ml Olio extra vergine d'oliva
- 10 g lievito di birra fresco o 3g di lievito disidratato
- 300 ml acqua tiepida
- 5 g sale
-Per prima cosa in una ciotola capiente uniamo la farina con l'olio d'oliva e il sale, mescoliamo bene fino ad ottenere un composto sabbioso.
-Riscaldiamo leggermente l'acqua e sciogliamo all'interno il lievito di birra, non scaldate eccessivamente l'acqua sennò il lievito perderà la sua vitalità. Uniamo l'acqua poco alla volta al composto di farina
-Impastiamo bene con le mani, lavoriamolo per 5-8 minuti, dobbiamo ottenere un impasto sodo, non appiccicoso ma allo stesso tempo morbido ed elastico. Trasferiamo il panetto in una ciotola, realizziamo in superficie 3-4 tagli con un coltello e lasciamolo lievitare in un luogo caldo per almeno 2 ore.
-Una volta che il panetto sarà ben lievitato, possiamo stenderlo tutto insieme o dividerlo in due parti. Stendiamo bene l'impasto fino ad ottenere una sfoglia rettangolare e abbastanza fina. Ricaviamo tante strisce di circa 7-8cm di larghezza.
-Bagniamo ogni striscia con un po' di acqua e olio e arrotoliamola su se stessa. Ecco formati i nostri panini. Procediamo così con tutto l'impasto.
-Una volta pronti tutti i panini, lasciamoli lievitare altri 30 minuti coperti da un canovaccio. Trascorso il tempo di lievitazione, spennelliamo la superficie con acqua e olio e inforniamoli a 180° in forno ventilato per circa 35 minuti, 190° in forno statico. Una volta cotti lasciamoli raffreddare e conserviamoli in un sacchetto di tessuto o di plastica per alimenti.
Siamo arrivati all'ultima tappa con la quale l'itinerario si conclude, essa è Isola del Gran Sasso, apice della zona montana dove si trova il ''cuore'' dell'Abruzzo, il Gran Sasso. La coltivazione dell'olivo qui viene vista come tipicità del territorio, le aziende hanno un modo di operare molto attento per conservare tale tipicità e quindi raggiungere un prodotto finito qualitativamente elevato. Il processo produttivo qui è differente perché al tradizionale uso delle antiche macine in pietra si unisce la moderna resa meccanica senza però influire sulla qualità, così da gustare oli tradizionali e oli moderni.
A Isola del Gran Sasso, assolutamente da visitare è la parrocchiale di San Massimo del piccolo centro abitato. La chiesa presenta un portale maestoso costruito in stile gotico, contornato da statuette. Altro edificio di culto interessante da visitare è la cappella di San Sebastiano anch'essa del XV secolo. L’interno è decorato da pregevoli affreschi, purtroppo mal conservati. Adiacente a questa cappella ne esiste un'altra, la cappella della Madonna delle Grazie. L’interno, anche esso decorato con affreschi, sono risalenti al XV secolo. Inoltre è possibile effettuare delle escursioni, per poter visitare il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata. Considerando la bellezza del paesaggio e la posizione geografica, il paese, facente parte della Comunità Montana del Gran Sasso, si configura come un interessante punto di partenza per percorrere i numerosi sentieri all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
A Isola del Gran Sasso vale la pena assaggiare i Bocconotti con olio di oliva.
Per la pasta
- 350 g farina
- 4 tuorli d’uovo
- 100g di zucchero
- 50 ml di olio extravergine di oliva
- 1/4 limone grattugiato
Per il ripieno
- 300ml d’acqua
- 100g di zucchero
- 100g di cioccolato
- 100g di mandorle tostate e tritate
- cannella in polvere
- ½ cucchiaio di caffè in polvere
- 2 tuorli d’uovo
Per la pasta frolla:
-amalgamate i tuorli montati con lo zucchero;
-Aggiungete alternando, farina e olio e il limone grattugiato.
-Trasferite l’impasto su un piano di lavoro e lavoratelo fino a formare una palla.
Per il ripieno:
– Sciogliere lo zucchero nell’acqua, portate a ebollizione e fate sciroppare
– A questo punto aggiungete il cioccolato, le mandorle tostate, la cannella e il caffè in polvere.
– Una volta raffreddatosi il tutto, aggiungete i tuorli d’uovo e la cannella
– rimettete sul fuoco e fate sbollentare fino a ottenere una crema.
-Ungere con olio o con burro le pareti interne dei pirottini; versarvi dentro la pasta frolla, che deve aderire, in uno strato sottile, alle pareti. Versarvi il ripieno di cioccolato e mandorle tritate e aggiungete la cannella.
- Ricoprire ogni pirottino con un dischetto di pasta frolla, che faccia da coperchio al bocconotto.
-Cuocere in forno caldo a 180 gradi per circa 20 minuti. Lasciate raffreddare, ricoprite con un fitto strato di zucchero a velo e servite in tavola.
Il progetto "I 5 sensi del Made in Italy" è un’iniziativa della Fondazione "Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy, Sistema Agroalimentare" i cui obiettivi sono quello di erogare una formazione basata sul lavoro, di accrescere e sperimentare il bagaglio culturale acquisito dagli studenti ed orientare i giovani verso l’ITS attraverso un percorso in grado di valorizzare il comparto agroalimentare.
Istituto Tecnico Superiore - Nuove Tecnologie per il "Made in Italy" - Sistema Agroalimentare di Teramo è una Fondazione di partecipazione di natura privata proposte dal Ministero della Pubblica Istruzione, il cui intento è quello di riorganizzare il canale della formazione di livello post-secondario.
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