Alla scoperta del paesaggio costiero abruzzese
- L'itinerario
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Andiamo alla scoperta della costa abruzzese, che si estende per circa 150km di spiagge ampie e dorate intervallate di rado da ondulazioni rocciose.
Il turismo sulla costa, oggi, ha preso una connotazione di semplice relax e solo divertimento, mentre, quest’oggi presentiamo un itinerario che ci porterà alla scoperta di posti magnifici, come ad esempio, le antiche costruzioni sul mare.
L’itinerario che noi proponiamo parte dalla città di Giulianova per poi proseguire verso Roseto Degli Abruzzi, Silvi Marina, Pescara, Ortona e in ultimo Fossacesia.
Il percorso e praticabile in vari modi cioè in bici , in moto e in macchina.
Proponiamo ai visitatori la visita guidata di questo edificio, il Kursaal di Giulianova. Situato sul lungomare centrale della città fu costruito come vedetta sul mare. Sulle nostre coste abbiamo molte torri di controllo come vedette, che sfruttavano il regno di Napoli per tenere sotto controllo la parte marittima. Il Kursaal è di età più recente alle torri di vedetta, ma ha avuto lo stesso scopo. È stato, poi, in secondo tempo, anche ripreso nel ventennio fascista, per l’organizzazione di eventi, svoltisi fino agli anni sessanta.
- Scampi freschi di giornata
- Olio extravergine di oliva
- Aglio rosso di Sulmona
- Peperoncino fresco (molto piccante)
- Vino bianco (Trebbiano d’Abruzzo)
- Rosmarino fresco
- Sale
È una ricetta che si caratterizza per la sua semplicità sia dal punto di vista dell’esecuzione
velocissima, sia per quanto riguarda la scelta degli ingredienti (pochi, ma di qualità) e comunica al palato una golosità davvero molto intensa. In primo piano c’è, naturalmente, il peperoncino fresco che conferisce quel gusto piccantissimo che rende questo piatto sfizioso e invitante: una vera tentazione per chi ama sapori dinamici ed energici.
Gli “scampi all’arrajat” sono una delle soluzioni ideali per portare in tavola un antipasto speciale e dal sapore delizioso. Si trasformano anche in un ottimo secondo e potrebbero essere utilizzati come squisito condimento per diversi formati di pasta.
Il segreto della bontà di questa ricetta sta tutto nel perfetto equilibrio organolettico che viene proposto dal sapore delicato e della morbidezza della carne di questo buonissimo crostaceo e che viene arricchita, resa più dinamica e ben sferzata dal sottofondo piccante. Il rosmarino, dal canto suo, contribuisce in modo perfetto e armonioso al risultato finale donando al piatto la sua bella aromaticità.
Preparazione:
Lavare il peperoncino fresco e tagliarlo per ricavare delle rondelle.
In una padella capiente versare abbondante olio extravergine di oliva, aggiungere uno spicchio di aglio e il peperoncino tagliato. Accendere il fornello con fiamma alta. Quando gli ingredienti si saranno leggermente soffritti, aggiungere gli scampi, il rosmarino, coprire la padella con un coperchio e continuare la cottura per qualche minuto.
Dopo aver fatto sfrigolare un po’ gli scampi aggiungere un mezzo bicchiere di vino bianco e una bella spolverata di sale. Far continuare a cuocere in modo che il vino possa ben evaporare e, comunque, fino a quando i crostacei avranno assunto quella bella e tipica colorazione che consentirà di capire che sono pronti.
A questo punto non resta che togliere la padella dal fuoco e sistemare gli “scampi all’arrabbiata” nel piatto di portata prima di servirli in tavola accompagnati da una fresca bottiglia di buon Trebbiano d’Abruzzo.
(Le dosi indicate si riferiscono a 6 persone)
- 6 belle sogliole
- un paio di spicchi d’aglio
- 250 gr. di olive nere greche
- trito di prezzemolo
- un grande bicchiere d’acqua
- un limone
- olio extravergine di oliva
- sale
Un piatto tipico della costa teramana, e di Giulianova in particolare, sono le sogliole alla giuliese, ricetta tradizionale gustata sopratutto nelle piacevoli sere estive, quando, dopo una giornata in spiaggia, ancora si desidera chiudere gli occhi e assaporare profumi che ricordano il mare.
Preparazione:
Prima di tutto, spellate bene le sogliole e adagiatele in un tegame assieme ad un composto con il succo di limone, il prezzemolo tritato, l’aglio e l’olio d’oliva, l’acqua e il sale (facendo attenzione a non salarlo troppo). Cuocere a fuoco lento e, dieci minuti prima di spegnere il fuoco, aggiungete le olive nere e una fetta di limone sopra ogni sogliola.
Le sogliole alla giuliese si portano in tavola guarnite con un letto di olive e delle fette di limone: colore e sapore saranno per gli ospiti una tentazione irresistibile.
Nella città di Roseto troviamo la fantastica villa Comunale, che in passato fu costruita perché si volle traferire il centro del comune di Montepagano in questa cittadina di mare, che poi prese il nome di Roseto Degli Abruzzi.
Al suo interno ospita la Pinacoteca e la Biblioteca antica comunale.La Pinacoteca civica di Roseto degli Abruzzi, inaugurata nel 1982, comprende i dipinti di Raffaello e Pasquale Celommi, due pittori nativi di Roseto dell’Ottocento. Si conservano inoltre alcune opere del Premio Celommi, istituito negli anni Cinquanta del ‘900 proprio in onore del pittore rosetano.
- 200 g di linguine
- 80 g di tonno
- 25 g di alici
- pomodori
- 1 bicchiere di olio extravergine di oliva
- aglio
- prezzemolo
- sale
Soffriggere nell'olio il tonno, le alici e l'aglio. Aggiungere i pomodori pelati, tagliati a pezzi e lasciar cuocere a fuoco lento per almeno 45 minuti. Cuocere la pasta in una pentola con acqua e sale e tirarla fuori al dente. Scolarla e ripassarla per 1 minuto con il sugo preparato. Servire.
- 200 g di linguine
- 100 g di calamari
- 50 g di cozze
- 50 g di vongole cotte al vapore e sgusciate
- 80 g di code di scampi
- 50 g di seppioline a pezzetti
- aglio
- olio
- prezzemolo
- peperoncino
- sale
In un tegame mettere olio e aglio tritato ed appena l'aglio sarà dorato aggiungere seppioline e calamari e cuocere a fuoco allegro per qualche minuto, poi unire le code di scampi, le cozze e le vongole. Aggiungere a condimento prezzemolo, peperoncino, sale e lasciar cuocere almeno 20 minuti. Se la salsa diventa troppo densa aggiungere acqua della pasta che andrete a scolare direttamente nel tegame prima di mettere insieme la pasta cotta al dente e ripassata per 1 minuto in padella. Servire.
La Torre di Cerrano è una delle antiche torri costiere del Regno di Napoli, si trova sulla costa dell'Adriatico, in provincia di Teramo, tra Silvi Marina e Pineto; nel territorio di quest'ultimo comune, due chilometri a sud dell'abitato spicca nettamente all'orizzonte su una piccola collina a ridosso della spiaggia, circondata da un ciuffo di alti pini marittimi, in un ambiente di rara bellezza.
Deve il suo nome al vicino torrente Cerrano (l'antico Matrinus), il cui nome a sua volta deriva probabilmente da quello della dea Cerere (Demeter, Dea Mater). Il corso d'acqua nasce sui colli di Atri, da antichissime fontane di tipo qanat e sfocia 500 metri a sud della torre, nel Comune di Silvi.
L'area era un tempo il sito dell'antico porto di Atri, nello specchio di mare vicino alla torre e al torrente giacciono sommersi i resti di un molo a forma di "L", opere murarie e vari manufatti.
- Cozze 2 kg
- Cipolle 1/2
- Alloro 1 foglia
- Zafferano1 bustina
- Prezzemolo quanto basta
- Olio extravergine di oliva quanto basta
- Sale
Tritate finemente la cipolla e fatela rosolare con due cucchiai di olio e l’alloro.
Dopo qualche minuto aggiungete le cozze ben pulite, coprite con un coperchio e lasciate cuocere finché le cozze non sono aperte.
Eliminate le cozze chiuse e sgusciate le altre. Filtrate l’acqua di cottura e tenete da parte.
Versate l’acqua di cottura in un pentolino e portatela a bollore, ora aggiungete lo zafferano, mescolate e aggiungete 5-6 cucchiai di olio. Mescolate con una frusta fino a formare un’emulsione, regolate di sale se necessario. Servite le cozze con la salsa calda e aggiungete a piacere il prezzemolo tritato.
L'approdo alla nave, nota semplicemente come Fontana la Nave, è una fontana monumentale situata a Pescara in Largo Mediterraneo. Costruita nel 1987 dallo scultore Pietro Cascella, l'opera rappresenta simbolicamente una galea, antica imbarcazione a remi, concepita come rievocazione della storia marinaresca della città e dei patimenti subiti dai prigionieri della fortezza borbonica, costretti a lavorare come rematori sulle navi spagnole nel XIX secolo.
- coda di rospo
- scorfano
- qualche polpetto
- gattuccio
- occhialina (razza)
- ragnolo
- testone
- mazzolina
- aragostine
(si escludono tutti i pesci azzuri, il merluzzo e altre qualità.)
Il brodetto si approntava quando tornavano i marinai e solo quando essi erano in casa si comprava il vino: il pesce era portato a terra dai pescatori già curato e lavato con acqua di mare Sul brodetto sono stati scritti decine di articoli e molti ristoranti che vanno per la maggiore credono di poter imitare quello preparato a bordo delle barche o nelle case dei pescatori.
Come si preparava l'autentico brodetto che di solito i marinai cucinavano in mare, verso le dieci del mattino, col pesce pescato durante la prima cala? Ecco la vecchia ricetta che trascriviamo per la gioia anche degli odierni palati.
I pesci così scelti si «curano»; cioè si tolgono le interiora, le pinne e le squame; poi si lavano bene bene per almeno quattro volte, sempre con acqua di mare.
Intanto si accende il fuoco (oggi quasi tutti i motopescherecci usano il gas liquido, ma una volta si usava il carbone) e vi si pone sopra il tegame per il soffritto. Per un chilo e mezzo di pesce, si versano nel tegame circa un quarto d'olio, dieci o quindici peperoni dolci essiccati: e a fuoco lento si fa soffriggere.
Non appena rosolati i peperoni si tirano via e si lasciano raffreddare in un piatto, per poi essere polverizzati in un «mortaio», dove subito dopo si versa un mezzo bicchiere d'aceto rosso e un po’ d’acqua. Con un coltello si mescola il contenuto e si versa il tutto nel tegame.
Non appena il sugo accenna a bollire, si cala il pesce in quest'ordine: prima i pezzetti dei polpi poi lo scorfano e quindi tutti gli altri. Si copre il recipiente e si lascia cuocere con fuoco allegro e continuo: dopo circa un quarto d'ora di cottura il «brodetto» è bello e pronto.
'Con le barche a vela il pranzo, nei mesi caldi, si consumava a prua, dove c'era l'ombra del flocco. I pescatori si accosciavano e formavano un circolo. Poi si lavavano due bacinelle di terracotta: una profonda per il sugo, l'altra meno profonda per il pesce. (la stessa della cottura, ndr).
Si affettava il pane, su cui ognuno poggiava il pesce a mo’ di piatto e quando tutto era pronto, il parò con la mano destra toccava la «coperta» della barca, si baciava i polpastrelli delle dita e pronunziava il nome di Cristo: precisamente «Gesucristo».
Soltanto dopo tale “cerimonia" poteva essere consumato il pasto: comunque il primo a bagnare il piatto nel “sugo o brodo” e a prendere il pesce, con la punta del coltello, doveva essere il parò.
A titolo di cronaca aggiungiamo che oggi quasi più nessuno usa per il brodetto l’aceto rosso perché le nuove generazioni non hanno il fegato in ordine: si preferisce il pomodoro a pezzetti. Ma resta assodato che la segreta ricetta per l’autentico brodetto può così sintetizzarsi: scelta del pesce (ripetiamo niente merluzzo); acqua di mare per lavare il pesce; poca acqua nel sugo.
Un trabocco (o trabucco) è una struttura in legno, posizionata in mare, a pochi metri di distanza dalla riva, utilizzata per pescare: è costituita da una piattaforma, sulla quale spesso viene montata una copertura, e dalla quale partono dei lunghi pali, usati proprio per sostenere la rete (detta appunto trabocchetto). Inoltre oggi i trabocchi non vengo più solo usati per pescare ma anche per mangiare: in alcuni di essi infatti sono stati allestiti caratteristici ristoranti.
- 700 gr. di alici fresche e acciughe salate
- farina
- pangrattato
- uova
- limone
- olio d'oliva
- sale e pepe q.b.
Pulire e spinare le alici aprendole dalla parte del ventre, ma senza separare le due parti. Mettere in ogni alice un filetto di acciuga salata alla quale sarà stato tolto tutto il sale; richiudere le alici, passarle nella farina, nell'uovo sbattuto e nel pangrattato e friggerle in padella, in olio ben caldo; disporre le alici su l piatto di portata e guarnirle con spicchi di limone.
L'abbazia di San Giovanni in Venere si trova nel comune di Fossacesia, su una collina prospiciente il mare Adriatico a 107 m s.l.m. Il complesso monastico di San Giovanni in Venere è composto da una basilica e dal vicino monastero, entrambi costruiti all'inizio del XIII secolo in luogo del piccolo monastero preesistente. La posizione è molto panoramica: è su una collina che domina la costa vicina per diversi chilometri verso nord e verso sud. Dal dicembre 2014 il sito è in gestione al Polo museale dell'Abruzzo.
(per 6 persone)
- calamaretti gr. 300
- cipolla rossa gr. 100
- olio extra vergine di oliva
- 2 limoni
- 2 peperoncini piccanti
- prezzemolo q.b.
Ecco il crudo di calamaretti secondo la ricetta del Circolo della Vela di Victoriano Lemme. Il tipico antipasto pescarese è di semplicissima realizzazione e gusto sensuale. Purchè la materia prima.
Ecco il crudo di calamaretti secondo la ricetta del Circolo della Vela di Victoriano Lemme. Il tipico antipasto pescarese è di semplicissima realizzazione e gusto sensuale. Purchè la materia prima sia freschissima e rigorosamente locale e il resto degli ingredienti sia di primissima qualità.
Preparazione
Ppulire i calamaretti, sciacquarli con acqua di mare oppure con acqua salata, disporli in una terrina e condire con il succo dei limoni e l'olio evo, aggiungere la cipolla affettata, il peperoncino a pezzi e il prezzemolo tritato. Lasciare a marinare 15-20 minuti prima di servire. Piatto economico, ottimamente accompagnato da un calice di autoctona Cococciola
Il progetto "I 5 sensi del Made in Italy" è un’iniziativa della Fondazione "Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy, Sistema Agroalimentare" i cui obiettivi sono quello di erogare una formazione basata sul lavoro, di accrescere e sperimentare il bagaglio culturale acquisito dagli studenti ed orientare i giovani verso l’ITS attraverso un percorso in grado di valorizzare il comparto agroalimentare.
Istituto Tecnico Superiore - Nuove Tecnologie per il "Made in Italy" - Sistema Agroalimentare di Teramo è una Fondazione di partecipazione di natura privata proposte dal Ministero della Pubblica Istruzione, il cui intento è quello di riorganizzare il canale della formazione di livello post-secondario.
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